
Coronavirus: qual è la responsabilità aziendale per i contagi?
Nonostante l’allarme sia in parte rientrato, ancora oggi il Coronavirus rappresenta una minaccia concreta per tutti noi. Per questo, dobbiamo continuare a osservare alcune norme di contenimento. Anche e soprattutto sui posti di lavoro. Ora che molte attività sono ripartite, infatti, fra i luoghi più a rischio ci sono proprio uffici, fabbriche, negozi e così via. Ma qual è responsabilità aziendale per i contagi? E quali sono le norme che i datori di lavoro sono tenuti a osservare per proteggere i loro dipendenti e prevenire focolai in azienda?
Il datore di lavoro non è penalmente responsabile
Un decreto-legge approvato in pieno lockdown aveva stabilito che il contagio da Coronavirus in azienda poteva essere inquadrato come infortunio sul lavoro: di conseguenza, l’impresa e il suo legale rappresentante potevano avere delle responsabilità penali dirette. Tuttavia, ora non è più così: una nuova legge pubblicata a inizio giugno limita la responsabilità aziendale per i contagi e gli infortuni Covid-19 (in caso di contagio da Covid dei dipendenti), a patto che l’impresa abbia adottato correttamente il protocollo di sicurezza.
Che cosa prevede il protocollo di sicurezza
Che cosa prevede, dunque, il protocollo di sicurezza? Noi di Intred lo conosciamo molto bene, l’abbiamo messo in pratica sin da subito, per la salvaguardia della salute di tutti i dipendenti, clienti e fornitori in azienda Innanzitutto, le norme per la responsabilità aziendale stabiliscono che il datore di lavoro fornisca a tutti i dipendenti e a chiunque entri in azienda alcune informazioni utili per limitare i contagi. Per esempio:
- l’obbligo di restare a casa con febbre oltre i 37.5° o con altri sintomi influenzali;
-l’obbligo di informare l’azienda nel caso in cui si abbiano febbre o sintomi influenzali oppure si siano avuti contatti con persone positive al virus;
-l’importanza di mantenere la distanza di sicurezza, lavare le mani e tenere comportamenti corretti sul piano dell’igiene.
Le principali raccomandazioni
Ecco, in sintesi, le altre raccomandazioni in tema di responsabilità aziendale per i contagi.
- L’azienda può decidere di controllare la temperatura corporea del personale prima dell’accesso alla sede di lavoro, vietando l’ingresso se questa è superiore ai 37.5°.
- Per quanto riguarda i fornitori esterni, bisogna individuare procedure di ingresso, transito e uscita sicure, mediante modalità, percorsi e tempistiche predefinite. In ogni caso, è bene limitare l’ingresso dei visitatori esterni, che dovranno sottostare a tutte le regole aziendali.
- Va assicurata la pulizia giornaliera e la sanificazione periodica dei locali, degli ambienti, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni e di svago.
- Il datore di lavoro deve mettere a disposizione dei dipendenti idonei mezzi detergenti per le mani e raccomandare la frequente pulizia delle stesse con acqua e sapone.
- Occorre favorire il distanziamento sociale.
- Se l’attività lavorativa impone una distanza interpersonale minore di un metro e non è possibile adottare altre soluzioni organizzative è necessario l’uso delle mascherine e di altri dispositivi di protezione (come guanti).
- Gli spostamenti all’interno dell’azienda devono essere limitati al minimo indispensabile.
- Vanno favoriti orari di ingresso/uscita scaglionati dei lavoratori.
- L’accesso agli spazi comuni (mensa, spogliatoi, aree fumatori, distributori di bevande, eccetera) va contingentato.
- Il datore di lavoro può richiedere ai propri dipendenti di sottoporsi ai test sierologici, ma solo se il medico lo ritiene necessario: in ogni caso, i dipendenti sono liberi di accettare o meno.
- Se un lavoratore risulta positivo al Coronavirus, occorre tutelare la riservatezza dei suoi dati.