Nessuna sfera di cristallo. Al CES 2021 – Consumer Electronic Show, tutte le aziende protagoniste di hi-tech hanno mostrato le ultime novità tecnologiche che presto entreranno nelle vostre case. Si tratta della prima edizione completamente digitale che ha aperto la sua esperienza virtuale al pubblico di tutto il mondo. Nonostante i limiti dovuti alla mancata presenza fisica nella sfavillante Las Vegas, sono stati più di 1900 espositori che hanno condiviso il futuro nel segno della tecnologia. Ecco cosa ci aspetterà ;) Il meglio del Ces 2021: le innovazioni tecnologiche più interessanti Cosa succederà durante questo 2021 in termini di tecnologia? Se guardiamo all’eredità del lockdown e all’impatto di alcuni fortunati prodotti di elettronica presentati al Ces 2021, qualche idea su quanto accadrà possiamo averla. Qui sotto la top 5 delle innovazioni più interessanti! Lo smartphone che si arrotola Arriverà entro fine anno e l’idea è di portare sul mercato uno smartphone dotato di display arrotolabile in grado di espandersi fino alle dimensioni di un tablet. Al Ces 2021 è stato presentato un prototipo che sfrutta un principio diverso rispetto agli schermi pieghevoli visti negli ultimi anni: non si piega, ma si srotola e si arrotola per essere allo stesso tempo più ampio o più compatto. Display spaziali Questi nuovi display riproducono le immagini spaziali in tre dimensioni, come se fossero reali, permettendo ai creativi di condividere progetti di nuovi prodotti o varianti di forma o colore. Si tratta di uno schermo che adotta una tecnologia differente e sfrutta un sensore in grado di tracciare il movimento degli occhi e la posizione dell’utente in tempo reale, così da conferire alle immagini un effetto 3D senza indossare i visori. Le nuove regole dello streaming Disney, per esempio, ha già deciso che il proprio futuro sarà in streaming. Quello che è cambiato però non è solo la piattaforma di distribuzione ma anche il formato del contenuto. Videogiochi, film e musica sono pronti per essere acquistati in abbonamento con formule all-you-can-it. In sostanza, non comprerete più solo il singolo contenuto ma un mix di offerte. La vasca si riempie da sola Quanto vi piacerebbe farvi un bel bagno caldo, pronto in uno schiocco di dita. Il sogno oggi può diventare realtà. “Hey Google, riempi la vasca da bagno”. Non è fantascienza, ma un componente d’arredo intelligente che si comanda tramite Alexa e Google Assistant. Potrete attivare il flusso d’acqua, decidendo il livello di riempimento e la temperatura, cambiare il colore delle luci, attivare profumazioni ed effetti nebbia. Buon relax! Realtà virtuale e aumentata a scopo professionale Il lockdown e il conseguente boom dello smartworking ha in qualche modo sbloccato l’accesso alla tecnologia di realtà virtuale all’interno dei sistemi di videoconferenza. Questo non vuol dire che le persone si incontreranno solo con un visore in testa. Sicuramente però si assiste a un potenziamento dei servizi di comunicazione da remoto e una più precisa volontà di esplorare l’uso della Virtual Reality e dell’Augmented Reality per l’ufficio. Cosa ne dite, siete pronti ad accogliere tutte queste meravigliose novità tecnologiche? L’importante è avere tutta la nostra fibra Intred dalla vostra parte. Trovate sul nostro sito tutte le informazioni che vi servono!
Sono ormai passati diversi mesi dallo scoppio della pandemia di Covid-19, ma sono ancora molte le questioni aperte. Se il tempo ci ha aiutati a trovare una risposta ad alcune domande in merito al nuovo Coronavirus, la nuova ondata ne ha sollevate tante altre. Proviamo a orientarci fra i numerosi “non sappiamo ancora” e i “su questo siamo sicuri”. Quanti sono gli asintomatici? Secondo l’ultimo bollettino dell’Istituto superiore di sanità, attualmente, il 55,9% dei contagiati in Italia è asintomatico, il 15,7% è paucisintomatico (con sintomi limitati e/o blandi) e il 21,2% ha sintomi lievi. Chi non ha sintomi può trasmettere il Coronavirus? A oggi, si pensa che, fra gli asintomatici, a essere contagiosi siano soprattutto i “pre-sintomatici”, cioè le persone che inizialmente sembrano non avere alcun problema ma che, a distanza di qualche giorno dal contagio iniziano ad avere manifestazioni. In media, infatti, la massima trasmissione del Covid-19 (e contagiosità) si osserva da due-tre giorni prima a due due-tre giorni dopo il momento della comparsa dei sintomi. La mascherina chirurgica è davvero efficace? Sì, ma solamente se indossata nel modo corretto. Non solo deve coprire naso e bocca, ma va anche fatta aderire bene al volto: se ci sono degli spazi vuoti fra la pelle e la mascherina stessa, la protezione diminuisce. Attenzione alla barba: potrebbe impedire la corretta aderenza. Quanto durano gli anticorpi contro il Coronavirus? Si tratta di uno dei tanti interrogativi ancora aperti. Alcuni malati di Covid-19 hanno perso tutti gli anticorpi nel giro di pochissimo tempo, mentre altri presentano un elevato livello di anticorpi anche a distanza di mesi. Servirà del tempo per capire meglio la questione. Il Covid-19 ha effetti a lungo termine? Il Covid-19 è una malattia troppo recente per capire che evoluzione potrebbe avere e quali conseguenze potrebbe comportare. Alcuni malati sono completamente guariti, altri hanno ancora segni nei polmoni o in altri organi. Nella pandemia di Covid-19 l’informazione gioca un ruolo fondamentale. Le fake news rischiano di ridimensionare i pericoli oggettivi e/o, sul versante opposto, di alimentare false speranze. Per questo, è bene rivolgersi solo a fonti certe e affidabili. Il proprio medico in primis, e poi i siti delle autorità e istituzioni scientifiche. Per navigare in sicurezza, però, non basta solo sapere chi ascoltare. Anche la connessione deve essere efficiente. Ecco perché chi ancora non l’ha fatto dovrebbe installare una linea affidabile e veloce.
Quella che stiamo vivendo è una stagione che, già di per sé, si presta alle lunghe giornate ai fornelli. Quest’anno, poi, considerata l’impossibilità di dedicarsi ad altro, la cucina sta diventando un piacevole passatempo per molti. Perché non approfittate del maggior tempo a disposizione per cimentarvi nella preparazione di sfiziose ricette autunnali? La tradizione bresciana è ricca di piatti gustosi. E, se non avete voglia di cucinarli, potete sempre ordinarli da asporto da ristoranti e rosticcerie della zona: in questo modo sosterrete anche le attività in difficoltà a causa dell’emergenza sanitaria. Lo spiedo Una delle ricette autunnali della tradizione bresciana per eccellenza è lo spiedo. A base di varie tipologie di carne insaporite con la salvia, rigorosamente accompagnato da patate e polenta, è difficilmente replicabile a casa, a meno che non possediate gli strumenti giusti e vi armiate di tanta pazienza. Se volete assaporarlo in tutta tranquillità, e senza compiere sforzi, rivolgetevi ai numerosi “esperti del settore”. Come il Bar Sport di Corte Franca, famoso in zona per il gran spiedo cucinato dalla famiglia Gotti (www.barsportcortefranca.it [https://www.barsportcortefranca.it]). I “casonséi” Se volete lasciarvi ispirare dalla tradizione bresciana allora non potete non dilettarvi con la preparazione dei “casonséi”. Non vi resta che fare una pasta sottile all’uovo, da riempire con il ripieno che preferite: pane raffermo grattugiato e formaggio, erbette, carne, prosciutto cotto, verdure varie. E il condimento? Ovviamente burro fuso, salvia e Grana Padano in quantità. In alternativa, se volete provare delle versioni particolari, potete rivolgervi alla Trattoria La Madia di Brione (www.trattorialamadia.it [https://www.trattorialamadia.it]). Il manzo all’olio Si tratta di un piatto originario di Rovato, una delle porte d’accesso alla Franciacorta. Come si cucina? Facendo cuocere lentamente polpa di manzo di prima qualità (ottimo il cosiddetto “cappello del prete) in olio extravergine di oliva, con l’aggiunta di carote, sedano verde, cipolla, aglio, acciughe desalate e sfilettate, capperi desalati, prezzemolo e vino bianco. Se è fra le ricette autunnali della tradizione bresciana che vi incuriosiscono potete ordinarla alla Trattoria del Gallo di Rovato (www.trattoriadelgallo.it [https://www.trattoriadelgallo.it]). Il castagnaccio Vi è venuta voglia di dolce? Fra le ricette autunnali della tradizione bresciana, vi suggeriamo quella del castagnaccio o pattona: un piatto povero molto interessante. È anche facile da cucinare: preparate un impasto con farina di castagne, acqua, latte, olio, sale, zucchero e uvetta. Poi versatelo in una tortiera cospargendo sulla superficie pinoli, rosmarino e poco olio. Infornate per 40 minuti e il gioco è fatto. Dalla foneria Salvetti a Malonno potete ordinare una versione rivisitata (www.salvettibakery.com [http://www.salvettibakery.com]). Se vi è venuta voglia di assaggiare altre ricette autunnali della tradizione bresciana fate una ricerca in internet e vi si aprirà un mondo. Prima, però, dotatevi della connessione giusta. Anche quella “bresciana doc”: se vi affidate a noi di Intred, potrete navigare a tutta velocità e senza intoppi!
Il momento che più temevamo sta per arrivare: fra poco, inizierà la stagione a rischio per l’influenza stagionale. Distinguere i sintomi del Covid-19, quindi, diventerà ancora più complicato: come capire – quando sarà il momento – se si tratta di una febbre “normale” o di un rialzo di temperatura scatenato dal nuovo Coronavirus? E lo stesso accadrà per il mal di gola, la tosse, il malessere e così via. Cerchiamo allora di fare chiarezza. I sintomi non sono tutti uguali L’influenza stagionale e il Covid-19 esordiscono in maniera molto simile. Entrambi all’inizio possono manifestarsi con febbre alta, aumento delle secrezioni nasali, tosse, bruciore di gola. Tuttavia, ci sono alcuni sintomi abbastanza distintivi dell’una e dell’altro. Nella forma influenzale classica sono piuttosto tipici anche i dolori muscolari e articolari, la cefalea, il senso di stanchezza, che nel Covid-19 sono meno comuni o meno precoci (tendono a comparire più tardi). Nell’infezione scatenata dal nuovo Coronavirus è frequente, invece, l’alterazione del gusto e dell’olfatto, anche nelle fasi iniziali, rara nell’influenza. Caratteristici, ma non esclusivi, della nuova patologia sono anche respiro corto e difficoltà nella respirazione. Meglio chiedere il parere del medico Queste piccole differenze nei sintomi possono aiutarvi a distinguere l’influenza stagionale dal Covid-19. Anche se va detto che in alcune situazioni, per esempio laddove l’influenza causi un’ostruzione nasale importante che altera l’olfatto o i dolori muscolari siano lievi, la confusione può essere maggiore. Occorre considerare, inoltre, che le infezioni da Sars-Cov-2 possono avere tempi di incubazione più lunghi di quelli dell’influenza. Non solo: i sintomi tendono ad apparire gradualmente, mentre nell’influenza l’escalation è abbastanza rapida. Attenzione, però: non è detto che quanto detto succeda in tutti i casi. La situazione, quindi, non va mai sottovalutata. La cosa migliore è che vi rivolgiate sempre al vostro medico, che vi indicherà come procedere. È importante ricostruire i contatti Per valutare se potrebbe trattarsi o meno di Covid-19 è utile anche che ricostruiate i contatti degli ultimi giorni, per capire se alcuni potrebbero essere “a rischio”. Un valido aiuto per farlo? La tanto denigrata App Immuni, che in realtà è ottima per favorire il tracciamento. Vale, dunque, la pena scaricarla e attivarla. Se non possedete ancora una connessione affidabile e veloce diventate nostri clienti. Con Intred potrete navigare e scaricare tutto ciò che volete senza problemi. Così sarà anche più facile tenervi costantemente aggiornati sull’andamento della pandemia.
Per comunicare con l’Agenzia delle entrate, controllare le nostre prestazioni sociali e pensionistiche sul sito dell’Inps, vedere il nostro Fascicolo sanitario elettronico, richiedere il bonus vacanze, scaricare la app Immuni… Oggi, lo Spid, Sistema Pubblico di Identità Digitale, ci è sempre più necessario. Ma di che cosa si tratta esattamente? E come richiederlo? È un’identità digitale unica Lo Spid è una soluzione che permette sia ai cittadini sia alle imprese di accedere a tutti i servizi online delle pubbliche amministrazioni e dei soggetti privati aderenti, con un’unica autenticazione. Ciò significa che non dobbiamo più ricordarci decine di password, codici utenti, pin: ci basta una sola identità digitale, costituita da username e password, per compiere più operazioni. L’utilizzo è gratuito L’utilizzo dello SPID è gratuito. Ma come fare a richiederlo se ancora non lo avete? Innanzitutto, dovete essere in possesso di un indirizzo e-mail, un numero di telefono cellulare, un documento di identità valido, la tessera sanitaria con il codice fiscale. A questo punto, dovete scegliere fra gli identity provider disponibili (Aruba, Infocert, Intesa, Namirial, Poste, Register, Sielte, Tim o Lepida) e registrarvi sul loro sito. Ciascuno fornisce diverse modalità di registrazione gratuitamente o a pagamento e diversi livelli di sicurezza. In ogni caso, dopo aver creato le vostre credenziali SPID, dovete effettuare il riconoscimento a scelta tra: di persona o tramite Carta d’Identità Elettronica (CIE)*, Carta Nazionale dei Servizi (CNS), Firma Digitale o webcam. In alternativa, potete recarvi presso una delle pubbliche amministrazioni abilitate. Una volta che avete ottenuto lo SPID potete utilizzarlo a seconda delle vostre esigenze. Avete bisogno, però, di un’ottima connessione internet che vi consenta di navigare senza interruzioni o rallentamenti. Se non siete ancora passati a Intred fatelo ora: così lo SPID, davvero, non sarà più un problema.
Quello della vendemmia e dell’autunno è indubbiamente uno dei periodi più suggestivi dell’anno per visitare i vigneti. E, infatti, secondo una recente indagine dell’Osservatorio Reale Mutua dedicato all’agricoltura, al 38% degli italiani piacerebbe vivere un’esperienza di enoturismo, alla scoperta delle tante eccellenze vitivinicole presenti in Italia. La provincia di Brescia è particolarmente affascinante e ricca di spunti da questo punto di vista. Un periodo magico In genere, in Italia, la vendemmia si svolge fra agosto e ottobre. Questi, dunque, sono gli ultimissimi giorni per ammirare le vigne cariche di grappoli maturi. Ma non per godere dei caldi colori autunnali. I numerosi vigneti sparsi per la provincia di Brescia sono la meta ideale per gli appassionati di enoturismo. Offrono, infatti, la possibilità di dedicarsi a tante attività diverse: visite in cantina, degustazioni, passeggiate in mezzo alla natura, itinerari dedicati, solo per fare qualche esempio. Ecco alcuni degli appuntamenti imperdibili in autunno. * Profumi del mosto: domenica 18 ottobre, 20 note cantine della provincia di Brescia, sulle colline tra Desenzano e San Felice del Benaco (a Calvagese, Bedizzole, Puegnago, Moniga, Manerba e Padenghe), aprono le loro porte ai visitatori, avvolgendoli con i profumi della vendemmia appena conclusa. Info: https://www.profumidimosto.it [https://www.profumidimosto.it] * Strada del Franciacorta: chi ama le bollicine non può perdersi questo viaggio fra i vigneti da cui nasce il famoso Franciacorta, un vero e proprio cult per gli amanti dell’enoturismo. Anche se la vendemmia è praticamente conclusa, l’autunno rimane una stagione ideale per visitare questa zona così nota della provincia di Brescia. Le tonalità del rosso, del giallo, dell’arancione e del marrone, infatti, rendono i paesaggi franciacortini ancora più suggestivi. Info: https://www.franciacorta.net/it/ [https://www.franciacorta.net/it/] * Tra Vigne e Vigneti: è uno dei percorsi proposti dal Consorzio Valcamonica IGT, che comprende le cantine produttrici del vino Valcamonica IGT, dai conoidi della Concarena ai terrazzamenti della media Valle, fino ai paesi di Gianico e Artogne. L’itinerario, imperdibile per gli appassionati di enoturismo, può essere percorso a piedi, in bicicletta o in macchina, anche in autunno e nel post-vendemmia. Lungo il percorso si incontrano piccoli borghi che offrono molte ricchezze culturali, ambientali e storiche. Info: https://www.consorziovinivallecamonica.it [https://www.consorziovinivallecamonica.it] La provincia di Brescia è il luogo ideale per praticare un enoturismo divertente e di qualità, anche in autunno. Per avere un’idea di dove andare e cosa fare, prenotare eventuali visite o attività, conoscere i ristoranti consigliati, sapere le regole anti- Covid da rispettare è utile fare ricerche mirate in internet. Per questo, occorre dotarsi di una connessione adeguata. Non siete ancora nostri clienti? Allora passate a Intred: con la nostra fibra ottica, super veloce e stabile, potrete navigare senza più rallentamenti o interruzioni.
A distanza di parecchi mesi dallo scoppio della pandemia, molti di noi stanno continuando a lavorare da remoto. Ancora oggi, infatti, lo smartworking rimane una scelta obbligata per molti genitori e la soluzione ideale per tanti lavoratori alle prese con le difficoltà scatenate dal Covid-19. Ma fra video call, scrivanie improvvisate e problemi di connessione, quali sono le nuove abitudini degli italiani nelle case- ufficio? Le video call sono una costante Secondo un’indagine che InfoJobs, la piattaforma n.1 in Italia per la ricerca di lavoro online, ha realizzato per capire come si svolge la vita degli italiani ai tempi dello smartworking e del Covid-19, chi lavora nelle case- ufficio impiega una buona parte della propria giornata cercando di rimanere in contatto con colleghi, capi, clienti, fornitori. Infatti, il 34,8% dei partecipanti trascorre al telefono da una a tre ore al giorno e il 13,2% ben quattro ore o più. Spesso, non ci si limita alla semplice chiamata, ma si sceglie la video call. È il modo migliore per rimanere sempre in contatto Ma per quali motivi, durante lo smartworking, si trascorre così tanto tempo al telefono? Quando a mandare la richiesta di video call sono i superiori, nel 53,6% dei casi la ragione è un aggiornamento del team, mentre nel 28,4% il bisogno di discutere report/preventivi o proposte last minute. Anche quando l’idea parte dai colleghi, nella maggior parte dei casi è per un allineamento del team (59,6%). Molto sentito, inoltre, il bisogno di supporto (47,5%) o di divisione delle attività per rispettare le deadline stabilite. Il 14,1% dei “pari”, poi, organizza pre-meeting dalle rispettive case-ufficio prima di affrontare il capo: evidentemente il Covid-19 non ha annullato il timore di non apparire allineati davanti ai superiori. Gli imprevisti sono all’ordine del giorno Fare una video call è tecnicamente molto semplice. Ma quando si è in smartworking non mancano certo gli imprevisti. I più frequenti sono i figli che urlano o litigano (46%) e i familiari con mise improbabili che irrompono nelle case-ufficio (41,1%). Comuni anche i rumori del collega multitasking, come il tramestio dei piatti, l’acqua del bagno, lo sfrigolio del soffritto (27,6%), e il gatto che passa davanti al monitor (20,8%). Gli italiani dedicano attenzione alla preparazione delle video call Eppure i lavoratori investono tempo ed energie nella preparazione delle video call e prestano attenzione a diversi aspetti. Infatti, si preoccupano di cercare un luogo, all’interno delle case-ufficio, dove l’audio sia perfetto e dove siano sicuri di non essere disturbati (48,5%), e anche dove ci sia uno sfondo neutro (26,7%). Inoltre, curano l’aspetto (19,4%) e ovviamente fanno in modo di essere preparati in merito all’agenda del giorno (22,4%). Anche se in smartworking per via del Covid-19, infatti, non vogliono farsi trovare impreparati. Serve una connessione adeguata Il successo di una video call, però, dipende anche da un altro, fondamentale, aspetto: la connessione. Non è un caso che il 30,5% degli italiani si sia sentito ripetere più di una volta, o abbia detto, “togli il video che magari prendi meglio”. Se volete che le vostre case-ufficio siano perfette, dunque, dovete assicurarvi anche di avere una rete internet affidabile, stabile e sicura. Scegliete Intred: con i nostri servizi, rimanere in contatto senza interruzioni anche da remoto non sarà più un problema.
Quello di quest’anno, in pieno post-lockdown, è un rientro decisamente particolare. Oltre che con le difficoltà tipiche di ogni ripartenza post-vacanze, infatti, stiamo facendo i conti anche con lo spettro del Covid-19. Ma quali sono oggi le paure più comuni fra i lavoratori italiani e come dovrebbero gestirle i datori di lavoro? Molti temono il contagio dopo il rientro Secondo l’indagine “The World After Lockdown” condotta dall’Osservatorio Nomisma per conto di UniSalute, il 32% degli italiani sta vivendo il rientro al lavoro dopo le vacanze e dopo il lockdown con paura e spaesamento. Il 45% ha ammesso di temere che i colleghi non rispettino i protocolli di sicurezza e il 31% ha dichiarato di essere preoccupato di un possibile contagio nel tragitto casa-lavoro. Anche chi lavora da remoto non è sereno: il 46% di chi è in telelavoro o in smartworking vive l’idea del rientro sul luogo di lavoro con ansia e agitazione. Tutti vogliono test e tamponi rapidi Che cosa dovrebbero fare, dunque, le aziende per rassicurare il personale e tutelarlo? Secondo il 68% dei lavoratori è indispensabile innanzitutto che rispettino i protocolli nazionali di sicurezza. Più della metà degli italiani vorrebbe, inoltre, che i datori di lavoro attivassero iter snelli, rapidi e semplici per permettere ai propri dipendenti di eseguire velocemente i test sierologici (il 58%) o i tamponi (il 57%). Non solo. Per il 46% degli intervistati sarebbe utile mettere a disposizione dello staff un servizio di teleconsulto medico che fornisca chiarimenti e consigli sul Covid-19 e per il 43% sarebbe utile attivare un servizio di consegna a domicilio dei farmaci in caso di malattia. Le aziende non sono ancora pronte ad affrontare le sfide imposte dal Covid-19 I datori di lavoro, al momento, non sembrano pronti a rispondere ai bisogni dei dipendenti. Dall’indagine, infatti, emerge che solo meno di un terzo degli italiani è occupato in un’azienda che offre la possibilità di eseguire il test sierologico (27%) e il tampone (26%) in tempi rapidi. I numeri sono ancora più bassi quando parliamo di videoconsulto (21%), teleconsulto (20%) e consegna domiciliare dei farmaci (19%). La sicurezza sul lavoro è sempre più importante La sicurezza sul luogo di lavoro è sempre importante, ma lo è a maggior ragione in questa fase. Dopo il lockdown e con i contagi di nuovo in crescita, i datori di lavoro dovrebbero adoperarsi per garantire la massima serenità ai dipendenti e per tutelare la loro salute. È fondamentale che si dotino di tutti gli strumenti utili a proteggerli. A cominciare da soluzioni di telecomunicazione d’avanguardia, che consentano di attivare servizi ormai indispensabili, come i videoconsulti. Per questo, le aziende che ancora non sono nostre clienti dovrebbero passare a Intred: grazie alla nostra connessione superveloce e stabile saranno sempre in prima linea per la salvaguardia del loro personale.
Fotografie, video, file audio, documenti: oggi i nostri dispositivi elettronici sono dei veri e propri archivi di “pezzi” importanti delle nostre vite. Eppure, nonostante i nostri dati digitali siano sempre più numerosi e preziosi, non sempre li salvaguardiamo come dovremmo. Non tutti, infatti, hanno l’abitudine di fare un backup accurato e regolare. Anche voi vi dimenticate di creare periodicamente una copia di sicurezza di tutti i vostri file digitali? Ecco come potete porre rimedio. Non potete farne a meno Il backup vi aiuta a proteggere i vostri dati nel caso in cui: * l’hardware e/o il software in cui sono custoditi subiscano dei danni; * i file digitali si corrompano, per esempio per un improvviso sbalzo di tensione; * i vostri dispositivi vi vengano rubati o subiscano attacchi informatici; * cancelliate per sbaglio dei file. Il backup online è la soluzione migliore Il backup migliore è quello online, che sfrutta i sistemi di archiviazione basati su cloud. Esistono varie piattaforme che vi consentono di compiere questa operazione, come Dropbox, Google Drive o iCloud. Se avete determinati sistemi operativi (tipo Windows 8) non avete nemmeno bisogno di programmi aggiuntivi. Qualsiasi strumento scegliate, comunque, dovete copiare al suo interno i vostri file digitali. Meglio scegliere l’autenticazione a due fattori Per proteggere i vostri backup online, aggiungete l’autenticazione a due fattori ai vostri account, in modo che gli hacker facciano più fatica a violarli e che non siano possibili accessi accidentali e indesiderati dovuti a password rimaste memorizzate nella cache (la memoria dei programmi usati per navigare). Si tratta di un’opzione facoltativa che dovete attivare direttamente sulla piattaforma che utilizzate per il vostro backup: prevede che per l’accesso, oltre alla password, inseriate anche un secondo fattore, che nella maggior parte dei casi è un codice numerico. Sì anche ai dispositivi di memorizzazione In aggiunta al backup online, fate anche più copie di backup offline, in una posizione fisica che non sia in alcun modo collegata al PC o alla rete nella quale avete salvato i dati originali. Potete scegliere fra vari supporti, come unità USB, schede di memoria, hard disk esterni, pen drive, memory card. L’importante è che siano di ultima generazione e di marche affidabili. Per sicurezza, effettuate due copie, su due dispositivi diversi, e tenetele lontane dal computer e non connesse a internet. Dovete aggiornarli Ricordate di tenere aggiornati i vostri backup. Esistono anche programmi e cloud che sono in grado di copiare i file digitali in modo “invisibile” e di aggiornare in automatico gli archivi. Quando non state creando, aggiornando o usando il vostro backup “chiudetelo”: effettuate il logout dagli account e/o scollegate i dispositivi di memorizzazione. Ora che avete capito come fare un backup di successo non vi resta che agire. Prima, però, dovete controllare la vostra connessione internet: se è troppo debole o instabile, infatti, salvare i file digitali su cloud potrebbe rivelarsi una vera e propria impresa. Se non volete correre rischi, affidatevi a Intred: con la nostra fibra ottica, ultraveloce e performante, i vostri dati saranno sempre al sicuro.
A CACCIA DI FUNGHI NELLA PROVINCIA DI BRESCIA: I CONSIGLI PER UNA RACCOLTA SICURA Per gli appassionati del genere questa è una stagione d’oro. Agosto, settembre e ottobre, infatti, sono i mesi in cui i sottoboschi si riempiono di funghi e anche una semplice gita in montagna con la famiglia può trasformarsi in un’occasione perfetta per riempiere i cestini. Bisogna però fare attenzione: non tutti i funghi sono commestibili e perfino quelli buoni possono creare problemi se non vengono “trattati” nel modo corretto. Se anche voi avete questo hobby, quindi, non dovete sottovalutare i rischi. Potete tranquillamente programmare un’escursione nei tanti territori della provincia di Brescia ricchi di funghi, ma tenendo sempre ben presenti alcune regole. Il decalogo per non correre rischi 1. Non raccogliete i funghi che si trovano vicino alle strade trafficate: potrebbero aver assorbito le sostanze tossiche, come quelle emesse dalle auto. 2. Una delle regole più importanti da seguire nella raccolta? Evitate di raccogliere le specie che non conoscete. 3. In caso di dubbi, chiedete a un esperto oppure scartateli. Presso le Ats della provincia di Brescia (e non solo), esistono gli ispettorati micologici: servizi per il riconoscimento dei funghi eseguito da micologi professionisti. 4. Pulite i funghi dalla terra sul posto di raccolta. Poi riponeteli in un cesto di vimini: in questo modo dalle fessure possono cadere le spore (cellule che permettono la riproduzione). Inoltre, così evitate la formazione di condensa (cosa che potrebbe succedere con un sacchetto di plastica e che potrebbe rendere tossici i funghi). 5. Raccogliete i funghi interi, staccandoli con leggeri movimenti rotatori, senza strapparli o tagliarli alla base del gambo, in modo da lasciare intatti i caratteri morfologici necessari al riconoscimento. 6. Una volta a casa, ripulite i funghi con un panno- carta inumidito: meglio, invece, non lavarli sotto l’acqua corrente, altrimenti si impregnano di acqua e perdono il loro sapore. 7. Spazzolate accuratamente con un pennellino le lamelle che si trovano sotto il cappello e raschiate con un coltello le parti più sporche di terra. 8. Consumate i funghi appena raccolti oppure conservateli adeguatamente (essiccati, congelati o messi sott’olio): altrimenti possono avariarsi e, se ingeriti, determinare disturbi gastroenterici. 9. Bambini, anziani, donne in gravidanza e in allattamento, persone che soffrono di disturbi gastrici, epatici o renali dovrebbero evitare, o quantomeno limitare, il consumo di funghi: anche se commestibili, questi cibi sono scarsamente digeribili e in alcuni casi (soprattutto se sono crudi o mangiati in elevate quantità) potrebbero determinare disturbi gastroenterici. 10. Fate estrema attenzione all’utilizzo di manuali fotografici: si diventa esperti cercatori di funghi solo attraverso l’insegnamento da parte di persone preparate; è importante partecipare, per esempio, ai corsi tenuti dalle associazioni micologiche presenti a Brescia e in tutta Italia. Brescia è il regno dei funghi La provincia di Brescia è il paradiso dei fungaioli. Se volete andare in cerca di funghi, non avete che l’imbarazzo della scelta: Valcamonica, Val Palot, Valle Sabbia, Monte Padrio, Valtrompia sono solo alcune delle mete perfette per le vostre escursioni. Per conoscere le regole della raccolta delle varie zone potete consultare i siti di riferimento. Per esempio, per la Valle Camonica: http://www.turismovallecamonica.it/it/content/raccolta-funghi-valle-camonica-il-regolamento-2020 [http://www.turismovallecamonica.it/it/content/raccolta-funghi-valle-camonica-il-regolamento-2020]. Ovviamente dovete disporre di un collegamento internet adeguato. Se non siete ancora nostri clienti, passate a Intred: grazie alla nostra connessione super veloce e affidabile non avrete più alcun problema a reperire tutte le info di cui avete bisogno.
Dopo una pausa di oltre sei mesi, per bambini e ragazzi è finalmente arrivato il momento di ritornare in classe. Ma che scuola li aspetta fra lezioni in presenza, didattica a distanza e ricorso massiccio alla tecnologia? Mai come quest’anno, la ripartenza è confusa e incerta. Che cosa cambia per le superiori Il piano scuola 2020-2021 della ministra Lucia Azzolina, per certi versi, rappresenta una rivoluzione. Infatti, per la prima volta diventano obbligatorie l’adozione di un ambiente virtuale di apprendimento e la didattica integrata (digitale e in presenza), perlomeno per gli istituti secondari di II grado. Le scuole, dunque, si sono organizzate per offrire ai propri studenti lezioni sia in presenza sia da remoto, grazie al ricorso alla tecnologia. In alcuni casi, le classi sono state divise: una parte degli alunni va a scuola e un’altra sta a casa, a rotazione. In altri casi, la didattica digitale è prevista soprattutto nel caso in cui gli studenti siano costretti a rimanere isolati per sintomi sospetti. Niente didattica a distanza per elementari e medie Per quanto riguarda scuola primaria e secondaria di primo grado, per ora si parte in presenza. Non è escluso, però, il ricorso alla didattica a distanza (DaD) nel caso in cui siano necessarie una chiusura degli istituti scolastici o la sospensione delle lezioni. L’organizzazione cambia da istituto a istituto: c’è chi ha orari di ingresso e di uscita scaglionati, chi accessi diversi per ogni classe, chi non offre più il servizio mensa e chi, invece, non ha fatto grandi stravolgimenti. La tecnologia entrerà sempre più nella scuola Quel che è certo è che gli alunni dovranno avere sempre più dimestichezza con la tecnologia. Complice l’emergenza sanitaria, andremo sempre più verso una scuola digitale, in cui tablet, pc, competenze tecniche, chat e aule virtuali saranno protagonisti insieme a insegnanti e alunni. Le famiglie e le scuole che ancora non si sono attrezzate in questo senso, dunque, dovranno correre ai ripari al più presto. Dotandosi non solo dei device necessari, ma anche di una connessione di ultima generazione, che offra a tutti le stesse possibilità di accesso. Chi non vuole rischiare di rimanere tagliato fuori può affidarsi a Intred: grazie alla velocità e affidabilità della nostra fibra ottica, la scuola del futuro sarà più inclusiva e alla portata di tutti.
Il mercato del lavoro parla sempre più digitale. Se state cercando un nuovo impiego o se volete dare una dritta a uno studente alle prese con la scelta dell’università allora dovreste tenere presente che le figure più ricercate oggi sono quelle legate alle nuove tecnologie e al mondo digital. La conferma arriva anche dal LinkedIn Emerging Jobs Italia, uno dei report più importanti relativi ai trend sul lavoro. Le posizioni più richieste Oggi le aziende italiane e mondiali ricercano soprattutto professionisti nel campo del digitale, delle nuove tecnologie, dei dati e dei software. Le figure più gettonate? L’artificial intelligence specialist, il data protection officer, il salesforce consultant e il big data developer. Stando al report di LinkedIn, hanno ottime chance di trovare lavoro anche il bim (building information modeling) specialist, il lending officer in ambito bancario, il warehouse operative, il data scientist, il cyber security specialist e il customer success specialist. Una domanda in continua crescita Secondo l’Osservatorio delle competenze digitali, solo nel 2019 sono state circa 106.000 le job vacancy che avevano come oggetto posizioni inerenti ai settori ICT e digital. E i numeri sono destinati ad aumentare: le previsioni dicono che entro il 2021 mancheranno all’appello circa 28.000 professionisti con competenze legate alle nuove tecnologie e al mondo digitale. Sviluppatori, blockchain developer, digital marketers, UX/UI designer sono solo alcune delle figure che nel prossimo futuro non avranno difficoltà a trovare lavoro. In un mondo del lavoro che è sempre più digitale e ad alto contenuto tecnologico, aziende e professionisti devono poter contare su risorse e partner affidabili. Proprio come Intred, che propone soluzioni di telecomunicazione d’avanguardia. dall’ultimo Osservatorio delle competenze digitali [https://competenzedigitali.org/]