Nonostante l’allarme sia in parte rientrato, ancora oggi il Coronavirus rappresenta una minaccia concreta per tutti noi. Per questo, dobbiamo continuare a osservare alcune norme di contenimento. Anche e soprattutto sui posti di lavoro. Ora che molte attività sono ripartite, infatti, fra i luoghi più a rischio ci sono proprio uffici, fabbriche, negozi e così via. Ma qual è responsabilità aziendale per i contagi? E quali sono le norme che i datori di lavoro sono tenuti a osservare per proteggere i loro dipendenti e prevenire focolai in azienda? Il datore di lavoro non è penalmente responsabile Un decreto-legge approvato in pieno lockdown aveva stabilito che il contagio da Coronavirus in azienda poteva essere inquadrato come infortunio sul lavoro: di conseguenza, l’impresa e il suo legale rappresentante potevano avere delle responsabilità penali dirette. Tuttavia, ora non è più così: una nuova legge pubblicata a inizio giugno limita la responsabilità aziendale per i contagi e gli infortuni Covid-19 (in caso di contagio da Covid dei dipendenti), a patto che l’impresa abbia adottato correttamente il protocollo di sicurezza. Che cosa prevede il protocollo di sicurezza Che cosa prevede, dunque, il protocollo di sicurezza? Noi di Intred lo conosciamo molto bene, l’abbiamo messo in pratica sin da subito, per la salvaguardia della salute di tutti i dipendenti, clienti e fornitori in azienda Innanzitutto, le norme per la responsabilità aziendale stabiliscono che il datore di lavoro fornisca a tutti i dipendenti e a chiunque entri in azienda alcune informazioni utili per limitare i contagi. Per esempio: - l’obbligo di restare a casa con febbre oltre i 37.5° o con altri sintomi influenzali; -l’obbligo di informare l’azienda nel caso in cui si abbiano febbre o sintomi influenzali oppure si siano avuti contatti con persone positive al virus; -l’importanza di mantenere la distanza di sicurezza, lavare le mani e tenere comportamenti corretti sul piano dell’igiene. Le principali raccomandazioni Ecco, in sintesi, le altre raccomandazioni in tema di responsabilità aziendale per i contagi. 1. L’azienda può decidere di controllare la temperatura corporea del personale prima dell’accesso alla sede di lavoro, vietando l’ingresso se questa è superiore ai 37.5°. 2. Per quanto riguarda i fornitori esterni, bisogna individuare procedure di ingresso, transito e uscita sicure, mediante modalità, percorsi e tempistiche predefinite. In ogni caso, è bene limitare l’ingresso dei visitatori esterni, che dovranno sottostare a tutte le regole aziendali. 3. Va assicurata la pulizia giornaliera e la sanificazione periodica dei locali, degli ambienti, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni e di svago. 4. Il datore di lavoro deve mettere a disposizione dei dipendenti idonei mezzi detergenti per le mani e raccomandare la frequente pulizia delle stesse con acqua e sapone. 5. Occorre favorire il distanziamento sociale. 6. Se l’attività lavorativa impone una distanza interpersonale minore di un metro e non è possibile adottare altre soluzioni organizzative è necessario l’uso delle mascherine e di altri dispositivi di protezione (come guanti). 7. Gli spostamenti all’interno dell’azienda devono essere limitati al minimo indispensabile. 8. Vanno favoriti orari di ingresso/uscita scaglionati dei lavoratori. 9. L’accesso agli spazi comuni (mensa, spogliatoi, aree fumatori, distributori di bevande, eccetera) va contingentato. 10. Il datore di lavoro può richiedere ai propri dipendenti di sottoporsi ai test sierologici, ma solo se il medico lo ritiene necessario: in ogni caso, i dipendenti sono liberi di accettare o meno. 11. Se un lavoratore risulta positivo al Coronavirus, occorre tutelare la riservatezza dei suoi dati. In questa situazione di relativa fragilità è importante anche favorire, laddove possibile, l’utilizzo dello smart working e delle tecnologie che facilitano il distanziamento sociale. Per questo, ora è più che mai indispensabile dotarsi di una connessione internet di ultima generazione. Quale? Ad esempio la fibra ottica di Intred: alleata numero uno di chiunque voglia traghettare il proprio business in acque più sicure e redditizie.
La blockchain continua a crescere, anche in Italia. La conferma arriva da una ricerca condotta dall’Osservatorio Blockchain e Distributed Ledger della School of Management del Politecnico di Milano, da cui emerge che nel nostro Paese, lo scorso anno, gli investimenti in questo settore hanno raggiunto i 30 milioni di euro: certo, non si tratta di una cifra esorbitante, ma è comunque in aumento del 100% rispetto al 2018. La strada da fare, comunque, è ancora tanta. È un insieme di tecnologie Oggi si fa un gran parlare di blockchain. Ma di che cosa si tratta esattamente? Nata poco più di 10 anni fa con bitcoin e criptovalute, si tratta di un insieme di tecnologie che, secondo la definizione più comune, è caratterizzato da un registro strutturato come una catena di blocchi che contengono le transazioni. Queste ultime sono validate attraverso un meccanismo di consenso che corre lungo tutti i nodi della rete. La sicurezza di questa catena è garantita da immutabilità del registro, tracciabilità delle transazioni e utilizzo di tecniche crittografiche. Non si applica solo alla criptovaluta La prima blockchain riguardava la criptovaluta. Oggi, invece, questa tecnologia viene utilizzata in ambiti diversi. Fra le applicazioni pratiche più recenti ci sono, per esempio, la garanzia del diritto d’autore per contenuti digitali, la registrazione dei brevetti e i processi di supply chain management. Perché funzioni, la blockchain necessita di un requisito di base: una rete internet capillare e super veloce, che permetta di collegare senza intoppi tutti i nodi. Proprio come quella garantita da Intred: la scelta ideale per chiunque voglia una connessione rapida, sicura e continuativa, che non rischi di ostacolare la propria corsa verso il futuro. La situazione nel mondo Lo scorso anno, nel mondo sono stati avviati 488 progetti di blockchain e distributed ledger: ben il 56% in più rispetto al 2018. I Paesi più attivi da questo punto di vista? Gli Stati Uniti, con 53 casi censiti, seguiti dalla Corea del Sud, con 31, e dalla Cina, con 29. Con 16 progetti, l’Italia è seconda in Europa, appena dopo il Regno Unito, a 17. Del resto, se nel corso del 2018, le aziende italiane hanno speso in tecnologie blockchain e distributed ledger circa 15 milioni di euro, con 150 attività di diverso tipo, nel 2019 hanno investito 30 milioni di euro. E, secondo gli esperti, nei prossimi anni ci sarà una crescita ancora più importante. In Italia la blockchain è ancora agli inizi Tuttavia, ci sono ancora molte lacune da colmare. Infatti, nella nostra Penisola solo il 37% delle grandi aziende e il 20% delle PMI conoscono le possibili applicazioni di blockchain e distributed ledger. Ancora meno sono le imprese che credono che queste tecnologie avranno un impatto positivo sul loro business nei prossimi cinque anni (il 12% delle grandi e il 3% delle medio-piccole). Non solo: oltre il 40% della spesa è destinato solo a finanza e assicurazioni e il 30% in ambito supply chain e tracciabilità di prodotto, specie nel settore agro-alimentare. Gli altri comparti, dunque, rimangono ancora inesplorati. Non resta che ben sperare nel futuro.
Brescia è una delle città più colpite al mondo dall’emergenza coronavirus. Ma non si è mai fermata. Seppur ferita e dolorante, ha deciso di reagire e guardare avanti, ovviamente nel rispetto dei limiti imposti dalle varie ordinanze e dettati dal buon senso. In che modo? Venditori, ristoratori, imprenditori, produttori- grandi e piccoli- si sono rimboccati le maniche e, laddove possibile, hanno attivato i servizi di domicilio e di asporto. Ecco qualche esempio. I servizi di ristorazione Sono davvero tantissimi i ristoranti, le pizzerie, i bar, i catering, i servizi di ristorazione che si sono organizzati a tempo di record: prima con la consegna a domicilio e ora anche con l’asporto. Non parliamo solo dei locali più noti e famosi, come la pasticceria di Iginio Massari [https://www.iginiomassari.it] a Brescia, il ristorante Due colombe [https://www.duecolombe.com] a Corte Franca o il ristorante AquaRiva [https://www.aquariva.it] a Padenghe del Garda. Anche le osterie, gli agriturismi e i locali più piccoli e meno conosciuti si sono rimboccati le maniche. Praticamente in ogni paese del bresciano, è possibile ordinare un pasto delivery. Gli ambulanti Un’altra categoria che ha saputo raccogliere egregiamente la sfida imposta dal Coronavirus è quella degli ambulanti. Moltissimi venditori di generi alimentari di Brescia e provincia, anche quelli che prima della pandemia lavoravano solo nei mercati, sono attivi sia nelle consegne a domicilio sia nell’asporto. Grazie a loro, i bresciani possono continuare a gustare polli allo spiedo, fritti di pesce, salumi e latticini, caramelle, frutta, verdura e tanto altro. Anche botteghe alimentari, macellerie, fruttivendoli, caseifici, aziende vinicole, gelaterie e così via offrono il servizio delivery. Qualche esempio? L’azienda agricola Il Camaione [https://www.ilcamaione.it] a Ospitaletto, Ferrari Rosticceria di Torbiato (3389909048), Formaggi Fontana di Iseo (3294765066). Gli artigiani e i produttori Non è solo il mondo della ristorazione, però, che ha saputo reagire. Venditori, produttori e artigiani di Brescia e provincia consegnano a domicilio le merci più disparate: abbigliamento, accessori, scarpe, mascherine, guanti, igienizzanti, libri, giocattoli, fiori, piante, manufatti di ogni tipo, prodotti per la cura del corpo, solo per fare qualche esempio. Sui gruppi Facebook Consegne domicilio Franciacorta & Lago d’Iseo e Consegne a domicilio - Vallecamonica & Sebino, per esempio, si possono trovare tantissime proposte differenti. Bisogna puntare sull’online Avete un’attività commerciale? Siete artigiani? Lavorate in un ristorante? Tenete duro e puntate sulla promozione online: in questo modo raggiungerete un pubblico molto più ampio. Per farlo, però, vi serve una connessione veloce e affidabile, come quella che vi offriamo noi di Intred. Se ancora non vi siete affidati ai nostri servizi, fatelo ora: insieme sarà più facile affrontare la crisi.
Quello degli acquisti online era un settore in espansione già prima dell’emergenza Coronavirus, ma in questi mesi di lockdown ha fatto registrare un vero e proprio boom: basti pensare che secondo un’indagine Nielsen, da fine febbraio, le vendite online dei prodotti di largo consumo sono aumentate di oltre l’80% rispetto allo scorso anno. I pagamenti digitali, dunque, stanno assumendo una rilevanza sempre maggiore. Ma in che modo stanno evolvendo? Non sono sicuri al 100% Oggi, i pagamenti digitali possono essere considerati complessivamente sicuri. Tuttavia, i dati delle carte che vengono condivisi per completare i pagamenti, che sono sempre più sensibili, al momento non sono proteggibili al 100%. E, infatti, già nel primo semestre del 2019 sono stati registrati da parte del team Fraud and Risk Intelligence (FRI) di RSA ben 140.344 attacchi fraudolenti. Per questo, secondo Philippe De Passorio, Country Manager di Adyen Italia - piattaforma di pagamento scelta da aziende leader a livello mondiale - occorre che tutte le parti coinvolte nel processo adottino specifiche misure di protezione delle informazioni, capaci di tutelare il cliente. Quali? Molti confidano nella tokenizzazione. La tokenizzazione La tokenizzazione è una tecnologia che sostituisce il Primary Account Number (PAN) di una carta di pagamento, ossia il numero della carta, con una generica stringa di numeri, un token, appunto. Questi token di pagamento vengono generati per ogni carta. In pratica, il PAN del cliente viene sostituito da un token senza essere trasmesso durante la transazione, rendendo il pagamento più sicuro. Anche nel caso in cui un hacker riesca a rubare i dati tokenizzati non potrà utilizzare i token per effettuare pagamenti digitali: infatti, non potrà collegare il token alle informazioni di pagamento archiviate in modo sicuro dal partner di pagamento. Inoltre, i network token sono costantemente aggiornati. La sicurezza biometrica In futuro, è probabile poi che per i pagamenti digitali ci si affiderà sempre più alla sicurezza biometrica. Le transazioni tramite 3D Secure 2 prevedono già sistemi di autenticazione biometrica come l’impronta digitale, il riconoscimento vocale o facciale. Ma, verosimilmente, nei prossimi mesi le caratteristiche personali (impronta, viso, voce...) saranno sempre più usate da banche e merchant per portare avanti la lotta contro i truffatori. I pagamenti digitali richiedono i partner giusti Indipendentemente da come evolveranno le tecnologie, servirà sempre un requisito di base: una connessione ultra efficiente e veloce. In caso contrario, i pagamenti digitali saranno sempre destinati al fallimento. Ecco perché è fondamentale affidarsi ai partner giusti. Proprio come Intred, che con le sue soluzioni di telecomunicazione d’avanguardia apre letteralmente le porte al futuro.
La didattica digitale a distanza ha rappresentato una delle prime risposte pratiche al lockdown. E sarà una soluzione che continuerà ad accompagnarci ancora a lungo. Nonostante le difficoltà iniziali e alcuni limiti oggettivi, si sta dimostrando uno strumento utilissimo per garantire il diritto all’istruzione di bambini e ragazzi. Ecco perché. È una risorsa preziosa Pur con tutti i suoi difetti, la didattica digitale a distanza si sta rivelando una risorsa davvero preziosa: è solo grazie alle lezioni a distanza, alle piattaforme di e-learning, ai video online se gli alunni di tutta Italia possono continuare ad “andare a scuola” nonostante la pandemia in corso e il lockdown. L’alternativa sarebbe stata un’interruzione brusca di ogni attività. Insomma, si tratta della miglior soluzione possibile vista la situazione. “Insegna” competenze importanti Grazie a questa full immersion forzata, bambini e ragazzi, ma anche docenti e genitori, stanno facendo un corso accelerato di tecnologie digitali e informatiche. Pur fra mille difficoltà, tentativi e insuccessi, tutti gli attori coinvolti nella didattica digitale a distanza stanno imparando a utilizzare con una certa padronanza dispositivi elettronici, programmi, registri elettronici, piattaforme, funzionalità di vario tipo. Un bagaglio che tornerà utile a tutti anche dopo il lockdown, in altri momenti e per altre necessità. È un modo per mantenersi in contatto In una situazione come questa, la didattica digitale a distanza non ha solo uno scopo formativo: permette a insegnanti e alunni di rimanere in contatto e di “incontrarsi”, aiutandoli a mantenere vivo il senso di appartenenza e il legame che li unisce. Ovviamente, non è come essere in classe tutti insieme, ma è sempre meglio della totale assenza di contatti. È flessibile Non bisogna dimenticare, poi, che la didattica digitale a distanza permette a docenti e studenti di dedicarsi alla formazione da dove desiderano, anche dalla propria abitazione. Questo si traduce in un risparmio di tempo e di costi. Non solo: se le lezioni sono registrate, si può decidere di guardarle quando si preferisce. La flessibilità, dunque, è massima. È una valida sostituta La didattica tradizionale in presenza rimane essenziale, unica e impareggiabile. Ma in questo momento di lockdown, può essere egregiamente sostituita dalla didattica digitale a distanza. In futuro, quando l’emergenza sarà rientrata, è auspicabile che le due coesistano, cioè che la scuola utilizzi anche le risorse digitali per formare gli studenti, in presenza e a distanza. La didattica digitale a distanza ha bisogno di una connessione efficiente Ovviamente perché la didattica digitale funzioni, occorre una condizione di base fondamentale: famiglie, alunni e scuola devono avere a disposizione una connessione internet altamente efficiente. Proprio come quella garantita da Intred. Altrimenti seguire videolezioni in diretta, scaricare e caricare video e file, accedere alle varie piattaforme rischia di trasformarsi in un percorso a ostacoli. Se non siete ancora nostri clienti e siate stanchi di inveire contro le continue interruzioni della rete, chiamateci subito: con i nostri servizi sarete sempre connessi e a una velocità supersonica!
Tutti noi abbiamo sentito parlare di fibra ottica e sappiamo a grandi linee di che cosa si tratta. Ma forse non tutti sanno che di fibra ottica non ne esiste un solo tipo. Se scegliete di affidarvi a Intred avrete a disposizione due diverse tecnologie. Come capire, dunque, quella che meglio risponde alle vostre esigenze? Ecco qualche dritta. La fibra FTTC è stabile e affidabile La sigla FTTC sta per Fiber To The Cabinet, ossia “fibra fino all’armadio”. Come dice il nome stesso, il collegamento in fibra ottica arriva fino all’armadio stradale di zona: da qui partono i cavi in rame che giungono fino all’azienda o all’abitazione. Si tratta, dunque, di una tecnologia mista. Offre prestazioni inferiori rispetto alla fibra “pura”, ma decisamente migliori rispetto alle soluzioni tradizionali. Oggi, infatti, grazie alle tecnologie trasmissive di nuova generazione e alla lunghezza contenuta della tratta in rame, si possono raggiungere ampiezze di banda elevate: di conseguenza, la velocità di navigazione sarà molto soddisfacente. Quando sceglierla: è la tecnologia ideale se avete bisogno di soluzioni performanti e stabili e se volete avere la certezza di continuità del servizio. Va benissimo, poi, se avete urgenza: infatti, nelle aree coperte da rete Intred è immediatamente attivabile. È più che sufficiente se utilizzate la connessione principalmente per navigare in internet e inviare/ricevere documenti, e se il download o l’upload di video non avvengono da parte di diversi utenti contemporaneamente. La FTTH è la più performante La sigla FTTH sta per Fiber To The Home, ossia “fibra fino a casa”. In questo caso, il collegamento è totalmente in fibra ottica, dalla rete di Intred fino all’azienda cliente/abitazione. Si tratta, dunque, di una tecnologia pura, point to point, che non prevede l’utilizzo di cavi in rame. Offre prestazioni elevatissime e velocità massima. Quando sceglierla: è la soluzione ideale se volete una connessione super veloce, che vi permetta di compiere diverse operazioni, anche complesse, contemporaneamente. Con questa tecnologia, più utenti possono fare videochiamate, caricare e scaricare video, spostare grandi moli di dati nello stesso momento, senza che la qualità venga alterata. A casa, se avete una fibra ftth potete videochiamare chiunque vogliate senza dover disconnettere altri device collegati alla wifi; guardare film in streaming mentre un vostro famigliare naviga in internet; scaricare video e al tempo stesso seguire una teleconferenza.
Se lo scorso anno l’Italia era agli ultimi posti in Europa (24esima su 27 paesi) per innovazione e trasformazione digitale, quest’anno probabilmente non riuscirà a fare molto meglio. Il Desi, il Digital Economy and Society Index, il rapporto attraverso cui l’Eurostat fotografa lo stato della digitalizzazione nei 27 paesi dell’Unione Europea, sarà pubblicato a maggio, ma l’analisi preliminare dei dati 2019 non fa ben sperare. Il 17% degli italiani non ha mai usato internet Innanzitutto, solo il 74% degli italiani utilizza internet almeno una volta alla settimana. Un dato molto distante da quello di Germania, Francia e Spagna, paesi in cui la corsa al digitale è molto più accelerata: ben l’87% della popolazione, infatti, naviga con una frequenza quantomeno settimanale. L’Italia è sotto anche la media europea, pari all’85%. Addirittura, c’è un 17% di nostri concittadini che non ha mai provato ad accedere al web: in Germania questa percentuale si ferma al 5%, in Inghilterra al 3% e in Svezia al 2%. L’e-commerce non decolla Non deve stupire, quindi, se in Italia l’e-commerce non decolla. Il 40% degli italiani non ha mai fatto un acquisto online o l’ha fatto più di un anno fa, contro il 25% degli europei. Un panorama desolante, che non cambia nemmeno se invece dei comportamenti in ambito digitale dei privati analizziamo quelli delle aziende. Dal 2015 al 2019, il numero di imprese italiane che vendono online è rimasto praticamente fermo, mentre nel resto d’Europa è aumentato. A ricavare dalle vendite in rete almeno l’1% del proprio fatturato sono il 10% delle aziende tricolore e il 18% di quelle europee. Più banda larga per tutti Del resto, solo l’84% degli italiani ha una connessione a banda larga: la media europea, invece, è dell’89%. È decisamente arrivato il momento di correre ai ripari. Come? Chiamateci e noi vi aiuteremo: Intred, infatti, vi offre soluzioni di telecomunicazione d’avanguardia, fra cui una rete in fibra ottica che vi garantisce connessioni super veloci. Così non rischierete di essere esclusi dalla corsa al digitale. Il cattivo esempio della pubblica amministrazione La pubblica amministrazione non sta certo dando il buon esempio in ambito digitale. Non solo promuove poche iniziative in favore della digitalizzazione, ma lo fa anche in modo incongruo, con poco supporto e spesso con un carico di complicazioni di vario tipo.
Vi piacerebbe cambiare lavoro? O magari siete alla ricerca del primo impiego? Allora sappiate che se volete avere buone chance di essere assunti dovete possedere il giusto mix fra competenze tecniche e soft skills. Le aziende, infatti, sono sempre più alla ricerca di professionisti del digitale che possiedano anche altre capacità, come l’adattabilità, la propensione alla collaborazione e l’entusiasmo. Ma il mercato del lavoro 2020 sarà sempre più caratterizzato anche da una valorizzazione del capitale umano già esistente attraverso l’impiego della tecnologia. La preparazione tecnica è fondamentale, ma non sufficiente Secondo l’ultimo Osservatorio delle competenze digitali, il mercato del lavoro 2020 sta andando in una direzione ben precisa: la ricerca di personale con una preparazione legata al settore delle nuove tecnologie e, al tempo stesso, capace di avere una visione a 360° e in possesso di abilità trasversali. Fra le figure che verranno maggiormente richieste nei prossimi mesi ci sono sviluppatori, data scientist, blockchain developer, big data developer, artificial intelligence specialist, cyber security specialist. Il digitale aiuterà ma non sostituirà i lavoratori Se da un lato le aziende richiederanno sempre più professionisti del digitale, dall’altro cercheranno di valorizzare il capitale umano di cui già dispongono. In che modo? Sfruttando gli strumenti tecnologici e l’intelligenza artificiale. Secondo l’Indagine sui trend del mercato del lavoro 2020, infatti, una delle tendenze dell’anno in corso sarà proprio quella di utilizzare il digitale per aiutare i dipendenti a raggiungere in maniera efficace e agile i risultati. In questo modo si libererà tempo per attività ad alto valore aggiunto in cui la componente umana farà sempre la differenza. Lavoratori e aziende hanno bisogno del partner giusto per riuscire a sfruttare tutte le potenzialità del digitale. Quale? Intred naturalmente, l’alleato perfetto per chi pretende soluzioni di telecomunicazione di ultima generazione.
Le misure di contenimento adottate per limitare la diffusione del Coronavirus hanno stravolto la vita lavorativa di tutti, in tutti i settori. Anche il canale ICT sta facendo i conti con i cambiamenti imposti dalla pandemia. Ma che cosa succederà nei prossimi mesi? In che modo evolverà il settore? Ecco quali sono gli scenari auspicabili per non soccombere alla crisi. 1. Le imprese del settore ICT si appoggeranno sempre più alle startup specializzate in channel software, ossia in applicazioni software su misura per il settore, per ridefinire le modalità di creazione e gestione dei programmi di canale. 2. I gruppi dedicati a tematiche di canale su Linkedin e Facebook cresceranno in maniera esponenziale nel canale ICT. 3. Assisteremo a un uso via via più esteso di piattaforme di communication e collaboration, che permettono di interagire a distanza. Ai tempi del Coronavirus stanno diventando strumenti imprescindibili di lavoro, gli unici in grado di sostituire riunioni e incontri dal vivo. 4. Gli eventi virtuali saranno ripensati in chiave di collaboration e networking. Le aziende allestiranno location virtuali, in cui i partecipanti potranno, sempre virtualmente, spostarsi da una sessione all’altra, fare rete, assistere a dibattiti specifici, visitare stand espositivi e parlare con vendor e sponsor. Le realtà del canale ICT che riusciranno a organizzare incontri interessanti, con speaker connessi in streaming, e a ricorrere ai tool di marketing più adatti potrebbero coinvolgere anche più partecipanti di un evento reale, attirando anche coloro che magari non avrebbero potuto essere presenti fisicamente. 5. I podcast si affermeranno come tool per diffondere comunicazioni e informazioni e per creare e servire community selezionate affiliate al canale ICT. Il social distancing imposto dal Coronavirus potrebbe segnare la svolta tanto attesa per questi strumenti. Alla luce di tutto ciò, è evidente che la fibra ottica diventerà un’alleata sempre più vitale per le aziende del canale ICT. Chi non può contare su una connessione ultra-efficiente resterà “fuori da giochi”. Se non volete correre rischi affidatevi ai servizi d’avanguardia di Intred!
Quella che ci apprestiamo a celebrare sarà una Pasqua molto diversa da tutte quelle che abbiamo vissuto fino a oggi. Non ci saranno grandi pranzi in famiglia né gite fuori porta. Tutti noi festeggeremo al sicuro, dentro le nostre case, a maggior ragione a Brescia, uno dei territori più colpiti dall’emergenza Coronavirus. Ma anche se soli e isolati, grazie alla tecnologia e al digitale, potrete in qualche modo essere accanto ai vostri cari. Vicini anche se lontani: proprio come noi di Intred cerchiamo da sempre di farvi sentire con i nostri servizi, che oggi più che mai appaiono indispensabili. Se non siete ancora nostri clienti e non volete passare un istante di più disconnessi dalle persone che amate, contattateci e noi ci attiveremo al più presto per aiutarvi. Ecco qualche idea per trascorrere qualche ora in spensieratezza in questo insolito weekend pasquale. Gli auguri virtuali Gli auguri per la Pasqua 2020 saranno solo virtuali. Invece di limitarvi a girare gif impersonali e preconfezionate, però, potete approfittare del maggior tempo a disposizione per sfruttare tutte le potenzialità che il digitale vi offre. Per esempio, perché non utilizzate le app e i programmi di grafica (come Canva) per trasformare una fotografia in un messaggio personalizzato? Oppure potete creare mini video e semplici animazioni per regalare ad amici e parenti di Brescia un sorriso che li distragga dalla preoccupazione per il Coronavirus. Il pranzo di Pasqua 2020 sarà in videochiamata A Pasqua eravate abituati a organizzare pranzi in grande stile? Anche se siete isolati a causa del Coronavirus, non dovete necessariamente rinunciare a festeggiare con amici e parenti. Se è vero che non potete invitarli né a casa né al ristorante, potete invitarli a un banchetto a distanza. Basta che sfruttiate le possibilità offerte dal mondo digitale e li videochiamate al momento del pasto (per esempio, tramite WhatsApp o Facetime): ciascuno mangerà a casa propria, ma interagendo con gli altri attraverso lo schermo del cellulare vi sentirete tutti più vicini. Così anche la Pasqua 2020 sarà in compagnia. E chi non ha voglia di cucinare può ordinare i piatti che preferisce dai tanti ristoranti di Brescia e provincia che fanno consegne a domicilio. Il pic nic a distanza a Pasquetta Se per Pasqua 2020 potete allestire un pranzo a distanza con i vostri parenti, per Pasquetta potete organizzare un pic nic “digitale” con i vostri amici. Create un vero e proprio meeting online, noi vi consigliamo di usare StarLeaf [http://bit.ly/2vuKLc8], una piattaforma che consente di fare videoconferenze e riunioni online anche con tante persone. Con lo stesso sistema, potete anche fare giochi a distanza, come quello dei mimi o un gioco di ruolo, in cui ciascuno, a turno, recita una parte decisa insieme. A Pasqua 2020 organizzate un tour digitale Chi era solito approfittare delle vacanze pasquali per partire, a Pasqua 2020 può ripiegare su un viaggio virtuale. Per esempio, con “Gran virtual tour [https://www.beniculturali.it/mibac/opencms/MiBAC/sito-MiBAC/MenuPrincipale/LuoghiDellaCultura/ViaggiVirtuali/index.html]” è possibile fare un tour digitale lungo tutta la Penisola, alla scoperta del patrimonio artistico e culturale italiano. Anche Google Earth [https://earth.google.com/web/] consente di fare viaggi virtuali e tour panoramici in 3D di monumenti, paesaggi famosi e luoghi storici. Sul sito di Brescia Musei [https://www.bresciamusei.com/detnews.asp?n=8&num=1945&t=%5BNEW%21+MUSEI+A+DOMICILIO%5D+LE+PROSSIME+INIZIATIVE+%28DIGITALI%29+DI+FONDAZIONE+BRESCIA+MUSEI], invece, si possono vedere a distanza le bellezze della città e le collezioni ospitate dai musei cittadini.
A causa dell’emergenza sanitaria attualmente in corso, tutti gli eventi ricreativi, gli appuntamenti culturali, le manifestazioni sono stati sospesi, fino a data da destinarsi. Ma Brescia ha deciso di non restare a guardare. Sono già numerosissime le iniziative organizzate online da enti, istituzioni e professionisti, per offrire sostegno e anche svago agli utenti in queste giornate difficili, in cui tutto sembra ruotare attorno al Coronavirus. Ecco qualche esempio. Anche i musei di Brescia sono chiusi a causa dell’emergenza Coronavirus. Tuttavia, ogni giorno, i loro canali social raccontano le bellezze della città e le collezioni ospitate. Sul sito ufficiale Brescia Musei [https://www.bresciamusei.com/detnews.asp?n=8&num=1945&t=%5BNEW%21+MUSEI+A+DOMICILIO%5D+LE+PROSSIME+INIZIATIVE+%28DIGITALI%29+DI+FONDAZIONE+BRESCIA+MUSEI] potete anche ammirare il Capitolium, le Domus dell’Ortaglia con il Viridarium, San Salvatore, S. Maria in Solario e il Coro delle Monache attraverso alcune immagini a 360°. La Libreria dei Ragazzi [https://www.facebook.com/LaLibreriadeiRagazzi/] di Brescia e Milano, ogni mattina alle 10.30, sulla sua pagina Facebook trasmette due videoletture: una per i piccoli e una per i grandi. Ogni pomeriggio, alle 15, sulla pagina Facebook dell’agriturismo Catena Rossa [https://www.facebook.com/catenarossaallaportadellefate/] di Cagnaghe di Sarezzo (Catena rossa alla porta delle fate), la fata Smemorina propone un laboratorio che farà la gioia dei bambini e dei loro genitori. La scuola Shanti Sundari [https://www.shantisundari.it/orari/] di Brescia ha attivato vere lezioni di Yoga online, in una sala virtuale accessibile a tutti dietro il pagamento di una piccola cifra. LunAnima [https://www.facebook.com/AntonellaTrombettaLunanima/] studio di naturopatia di Brescia organizza diversi eventi online di meditazione, ascolto, rilassamento per aumentare il benessere psicofisico. In questi giorni, sul palco virtuale della Latteria Molloy [https://www.facebook.com/LatteriaArtigianaleMolloy/] si esibiscono vari artisti. Per ascoltare la loro musica basta collegarsi alla pagina Facebook del locale di via Ducos alle 18. Per usufruire di questi eventi online è sufficiente avere un comune smartphone o un pc e una connessione internet super performante. Avete problemi con la vostra rete? Allora passate subito a Intred: non rischierete più che il wifi salti sul “più bello”.
Il mondo in cui viviamo è letteralmente invaso dalla plastica: frammenti e microframmenti plastici si trovano sulla superficie degli oceani, sotto i ghiacciai, sul fondo dei mari, sulle coste, persino in certi alimenti e nel nostro corpo. Se non vogliamo che il pianeta e tutti noi finiamo soffocati è necessario, dunque, cambiare rotta. In che modo? Iniziando ad avere comportamenti “plastic free”. Non è vero che i singoli non possono fare la differenza: se tutti noi riduciamo il consumo di plastica, i benefici a livello globale saranno moltissimi. Ecco allora le piccole e grandi strategie che potete mettere in atto a partire da oggi per salvaguardare l’ambiente e la vostra salute e avere uno stile di vita più sostenibile. 1. Diventate più consapevoli Iniziate facendovi una semplice domanda: avete davvero bisogno di tutta la plastica che acquistate? Sicuramente no, anche se non vi siete mai posti il problema. Fatelo ora perché non possiamo più aspettare. La plastica è un materiale molto persistente e se viene dispersa nell’ambiente può arrecare danni irreversibili, in particolare alla biodiversità marina. Plastiche e microplastiche vengono ingerite anche dai pesci rilasciando sostanze tossiche che possono arrivare sulle nostre tavole. La via d’uscita è una sola: ridurre il consumo di plastica. 2. Cambiate il vostro stile di vita È arrivato il momento di fare concretamente la vostra parte e rendere il vostro modo di vivere più sostenibile. Iniziate a rinunciare all’usa e getta: * preferite i detersivi alla spina ed evitate quelli contenuti in flaconi e confezioni di plastica; * optate per i cibi freschi, limitando quelli confezionati in contenitori di plastica usa e getta; * sostituite le stoviglie di plastica con quelle in materiali biodegradabili; * usate le borracce invece delle bottigliette di acqua, riempiendole con acqua del rubinetto, più controllata e green; Fate attenzione, poi, agli imballaggi dei prodotti che acquistate, privilegiando quelli facilmente riciclabili. Usate saponette, shampoo solidi o saponi alla spina, bombe da bagno, creme e deodoranti con packaging ecologici ed ecocompatibili. 3. Sfruttate i benefici del digitale Il mondo digitale può essere un grandissimo alleato nella lotta al consumo di plastica, anche in quella portata avanti dai singoli cittadini. Pensate, per esempio, allo streaming di musica e video, che consente di ridurre l’uso di supporti plastici. O alle app che forniscono consigli pratici su come diventare plastic free o calcolano l’impatto ambientale dei diversi prodotti. E che dire dei gruppi, siti e blog che indirizzano e supportano chi decide di adottare uno stile di vita più sostenibile? La vostra battaglia contro uno dei materiali più persistenti e dannosi che esistano al mondo, dunque, può passare anche dal vostro smartphone o dal vostro Pc. A patto di avere a disposizione una connessione internet a banda ultra larga, che vi garantisca massima qualità e velocità durante le vostre navigazioni “green”. Se ancora non siete nostri clienti, quindi, correte subito ai ripari: Intred, infatti, vi fornisce proprio ciò i servizi che state cercando.